Venezia. L'ultimo battiloro della città
Chiude a marzo l'attività degli ultimi artigiani veneziani che producono foglie d'oro; poi una serie di domande a un giovane ultras. Infine l'immancabile lista di Poster.
Testo e foto di Matteo de Mayda
Nel 1700, nell’isola di Venezia c'erano circa 300 artigiani che producevano foglie d'oro. Ora c'è solo la famiglia Battiloro, che ha imparato il suo mestiere negli anni '70, continuando la tradizione dei suoi antenati nel laboratorio aperto negli anni '20 e che un tempo era stato la residenza del pittore del XVI secolo Tiziano.
Da un lingotto di 100 grammi d'oro, i Battiloro creano sottilissime foglie d'oro di 8 cm², lavorando il metallo con strumenti manuali e meccanici risalenti al 1926. Ogni foglia viene lavorata utilizzando tecniche tradizionali che richiedono pazienza e abilità. Le foglie, vendute a un prezzo tra i 54€ e gli 85€, vengono utilizzate per decorazioni architettoniche, come la statua dell'arcangelo Gabriele di Piazza San Marco, la Basilica - diffusamente soprannominata la “Chiesa d'oro” - gli ornamenti delle gondole e di mezza Venezia.
La concorrenza delle foglie prodotte a macchina ha ridotto i ricavi della bottega, che un tempo impiegava 14 persone, oggi ridotte ai soli membri della famiglia. Inoltre, pochi giovani mostrano interesse per questo mestiere, poiché richiede anni di apprendistato e una grande pazienza.
Marino, a 70 anni, teme che questa tradizione si estingua con lui, a meno che non riceva supporto o maggiore interesse da parte delle nuove generazioni. La bottega, tuttavia, chiuderà definitivamente nel marzo 2025, segnando la fine di un’era per l’artigianato veneziano.




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Matteo de Mayda (Treviso, 1984) è un fotografo italiano con base a Venezia. La sua ricerca visiva si concentra su temi sociali e ambientali.
Nel 2019 ha pubblicato Era Mare, dedicato all'acqua alta a Venezia, e nel 2020 è stato nominato miglior giovane fotografo italiano da ARTRIBUNE. Nel 2021 ha vinto l'Italian Sustainability Photo Award con There's no calm after the storm ed è stato selezionato tra i talenti FUTURES da CAMERA. Nel 2022 ha ricevuto il British Journal of Photography International Award ed è stato finalista del Gabriele Basilico Prize.
Nel 2024 ha pubblicato Brilla Sempre, un libro dedicato alla madre Serenella, scomparsa nel 2023, raccontando il suo lavoro come donna delle pulizie attraverso un approccio intimo e riflessivo. Sempre nel 2024 ha pubblicato There's no calm after the storm, un progetto sul disastro della tempesta Vaia, realizzato in cinque anni, che unisce fotografie, testimonianze e analisi scientifiche per sensibilizzare sull'emergenza climatica.
Matteo de Mayda ha insegnato in importanti istituzioni come La Sapienza, IUAV, NABA e Spazi Fotografici, e ha collaborato con testate internazionali come The New York Times, Financial Times Magazine, Internazionale, Le Monde, Zeit e Vogue.
Nuovi Ultras
Ogni settimana, allo stadio Pier Luigi Penzo, uno degli impianti più antichi d’Italia situato a Sant’Elena, il Venezia FC scende in campo. Questa squadra, negli ultimi anni, è diventata un vero e proprio fenomeno, grazie a un merchandising che ha conquistato attenzione internazionale, a una rosa di giovani talenti provenienti da tutto il mondo e all’alternarsi tra Serie A e Serie B negli ultimi sei anni.
Testo e foto di Viviana Silotto
La tifoseria veneziana vanta una lunga tradizione, composta da numerosi gruppi organizzati. Come spesso accade, calcio e politica tendono a intrecciarsi, ma le nuove generazioni stanno portando un cambiamento. Per capire meglio questo mondo abbiamo parlato con Federico, un giovane ultras di 26 anni che segue il Venezia FC dai tempi della Serie C. Federico è ormai una figura nota tra i tifosi dello stadio Penzo, tanto che qualcuno gli chiede selfie persino per le strade dell’isola di Sant’Elena. Ma cosa lo rende così famoso tra gli ultras e i cittadini veneziani?
Federico, com’è iniziata la tua passione per il Venezia FC?
La mia prima partita al Penzo è stata Venezia-Sassuolo, nel settembre del 2007, quando la squadra militava ancora in Serie C. Andavo allo stadio con i miei genitori perché ero troppo piccolo per andarci da solo. Da quel momento ho seguito la squadra fino alla storica promozione in Serie A del 2012. È stato allora che, insieme a qualche amico, ho iniziato a frequentare stabilmente la curva sud, dove nascono i veri amori. Da quel momento sono diventato un ultras a tutti gli effetti.
Fai parte di qualche gruppo ultras?
No, non appartengo a nessun gruppo ultras. Non mi riconosco completamente nelle ideologie politiche che rappresentano molti di questi gruppi. Sono convinto che il principale obiettivo in curva debba essere sostenere i ragazzi che scendono in campo per difendere i nostri colori, e nient’altro. Detto questo, rispetto l’impegno dei vari gruppi e ho un buon rapporto con loro, sia nelle partite in casa che nei settori ospiti. Tuttavia, preferisco non legarmi a nessuna fazione.
Da ultras nella mente, come ti prepari quando gioca il Venezia FC in casa? Hai riti scaramantici?
Non ho riti scaramantici particolari, perché il mio rito è direttamente allo stadio. La mattina mi sveglio e corro per una mezz’ora per ‘depurarmi’ e caricarmi. Poi mi organizzo con i ragazzi: ci troviamo al bar all’angolo di Piazzale Roma e, quando siamo tutti, ci incamminiamo insieme verso lo stadio."
Parliamo del tuo gesto ormai famoso: come ti è venuta l’idea di stare a petto nudo in ogni condizione climatica?
Da bambino, guardando le partite in TV, rimanevo affascinato da quei tifosi a petto nudo che incitavano la squadra e creavano un’atmosfera unica. Nel 2021, quando il Venezia è tornato in Serie A, ho deciso di farlo anch’io. Senza rendermene conto, sono diventato un punto di riferimento nella curva: tutti ormai mi riconoscevano. Così ho iniziato a farlo regolarmente, sia per passione sia per incitare la squadra. Ormai mi sono abituato alle battute degli ultras più anziani, che spesso mi dicono: ‘Mettiti na maieta che domani ti ciapi el colera!’."
Hai un metodo particolare per spogliarti così velocemente?
"In realtà, è molto semplice: a volte vado in bagno e mi tolgo tutto, altre volte mi spoglio gradualmente sugli spalti, strato dopo strato, in base alla stagione."
Ultima domanda: cosa pensi dell’idea di spostare lo stadio in terraferma?
Amo lo stadio Penzo e credo che spostarlo in terraferma non cambierebbe il sostegno ai ragazzi. Chi vuole davvero tifare non si farà certo fermare da una questione logistica. Detto questo, il Penzo è un luogo unico: venire a Sant’Elena è un’esperienza rilassante e mi riempie di orgoglio per la città in cui vivo. Un nuovo stadio potrebbe sicuramente portare entusiasmo e maggiori introiti, ma per me il Penzo rimarrà sempre il vero stadio del Venezia FC.
La lista di Poster
In breve. Cosa è successo, sta succedendo o succederà in città. Se hai delle segnalazioni, sei un ufficio stampa o un nostro lettore scrivi a info@reversocollettivo.com
Al Centro Culturale Candiani di Mestre, lunedì 20 gennaio, ci sarà l’inaugurazione della mostra documentaria Resistere senz’armi - Storie di Internati Militari Italiani nel Terzo Reich (1943-1945), curata da Iveser, che ricostruisce la vicenda dei circa 650.000 militari italiani catturati dai tedeschi dopo l’8 settembre 1943 e deportati nei lager del nord Europa, con particolare riferimento all’esperienza di alcuni veneziani. Resterà aperta fino al 2 febbraio.
Lunedì 20 gennaio si conclude a Ca’ Rezzonico, presso il Museo del Settecento veneziano, Una passione discreta. La collezione Paolo Galli, curata da Alberto Craievich, che espone 216 fogli di maestri italiani dal Cinquecento al Novecento:
Un altro appuntamento per il 20 gennaio è Informatica conviviale: vivere in mondi interconnessi. Alle 18:30 ad About (Venezia, Santa Croce 1166) si terrà un incontro con Carlo Milani, membro di C.I.R.C.E (Centro Internazionale di Ricerca per le Convivialità Elettriche), per acquisire consapevolezza sui nostri rituali digitali nella vita privata e nel lavoro.
Prosegue al Cinema Rossini la programmazione de I classici fuori mostra ogni mercoledì alle 19.00. I prossimi film in programma sono Gilda (1946), di Charles Vidor, che sarà proiettato il 22 gennaio con un’introduzione di Carmelo Marabello e Vivement dimanche! (1983), di François Truffaut, previsto per il 29 gennaio con un’introduzione di Sara D’Ascenzo.
Ancora cinema con la rassegna Jim Jarmusch ovvero il prezzo della libertà che la Casa del Cinema dedica ai film più iconici del regista americano. Il martedì dalle 17.30 alle 20.30 in lingua originale con sottotitoli in lingua italiana. I prossimi appuntamenti saranno il 21 gennaio con Daunbailò e il 28 gennaio con Mystery Train - Martedì notte a Memphis.
Giovedì 23 gennaio alle 18.00 al Gruppo Anziani Autogestito “La Gondola” di Santa Marta (Venezia, Dorsoduro 1999) verrà presentato Pietre d’Inciampo - Cinque itinerari della memoria a Venezia di Stefania Bertelli (Nuovadimensione, 2023). L’autrice dialogherà con Marco Borghi.
Sempre il 23 gennaio, alle 19:00 presso la Galleria Garance & Marion (Venezia, Salizada del Pistor, Cannaregio 4560) verrà inaugurata la mostra Leverstock Green Blues, con i nuovi disegni dell’illustratore britannico naturalizzato cannaregioto Jim Stoten.
Sabato 25 gennaio alle 21.00 torna Neil Perch aka ZION TRAIN a riempire di vibe il Centro Sociale Rivolta (Marghera, via Fratelli Bandiera 45) con il suo dj set. La serata è organizzata da Veneto Blaze, Zion Cuts Sound, Heavy Rootation Sound System.
L’associazione DoppioFondo organizza un laboratorio di serigrafia aperto a curiosə, dilettanti ed espertə sabato 25 gennaio o sabato 15 febbraio, dalle ore 10:30 alle 17:30. Per informazioni e iscrizioni: doppiofondofondo@gmail.com
Sabato 25 e domenica 26 gennaio nella sede di Spiazzi (Venezia, Castello 3865) torna Manos, la rassegna di autoproduzioni nella versione alimentare.
Dalle 11.00 alle 20.00 saranno presenti produttori e proposte culinarie, con la partecipazione speciale di Tocia: cucina e comunità. Qui maggiori dettagli.Lunedì 27 gennaio alle 17.00, alla Casa del Cinema, verrà presentato il libro Sugli ebrei. Domande su antisemitismo, sionismo, Israele e democrazia (Bollati Boringhieri, 2024) di Gadi Luzzatto Voghera, storico e direttore del CDEC (Fondazione Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea), che dialogherà con Maria Teresa Sega, presidente dell’Associazione per la memoria e la storia delle donne in Veneto rEsistenze.
Domenica 28 gennaio alle 18.30, al Centro Culturale Candiani di Mestre, apre la stagione del Candiani Groove 2025 con il concerto del trio Michel Godard, Luciano Biondin e Lucas Niggli.
Fino al 2 febbraio, al Museo M9 di Mestre, è possibile visitare l’esposizione Giacomo Matteotti e la libertà liberatrice, organizzata dal Comitato nazionale per le celebrazioni del centenario della morte di Giacomo Matteotti.
Poster è un progetto di Reversocollettivo.
Questa uscita è coordinata dalla direzione editoriale di Claudio Morelli
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