Tutto in un soffio
Stai per leggere Fare Cura, il nostro spazio bisettimanale per rispondere al desiderio di stare nel nostro tempo, mettendo nei nostri corpi ciò che pensiamo, speriamo e in cui crediamo.
di Valentina Barletta
Illustrazioni di Angela Zurlo
La biografia di Valentina è alla fine di questo testo, insieme ai riferimenti bibliografici e ad alcuni consigli. Fare Cura è un progetto di Poster. Se non lo hai ancora fatto ti consigliamo di iscriverti a questa e le altre nostre newsletter che ti interessano.
Endoderma
I foglietti embrionali sono alla base dello sviluppo degli organismi pluricellulari: sono tre strati di cellule che si formano durante le primissime fasi dello sviluppo e che daranno origine a tutti i tessuti dell'organismo adulto. Circa alla quarta settimana di vita fetale inizia lo sviluppo del nostro sistema respiratorio, dal foglietto embrionario più interno che si chiama endoderma; laringe, trachea bronchi e i lobi polmonari; intorno alla trentaseiesima settimana il sistema respiratorio raggiungerà uno sviluppo completo. Nella vita fetale l'ossigenazione dei tessuti avverrà tramite il cordone ombelicale.
Secondo la medicina cinese il polmone -Fei si sviluppa dall'endoderma, incarnando il “movimento energetico del metallo” il passaggio dallo yang allo yin, verso l'interno e il basso e dunque di introspezione. L'energia del polmone regola la sfera dello scambio con l'esterno, e l’attività ritmica del corpo; controlla la pelle a voler rappresentare come in una suggestione un confine interno ed esterno tra noi e il mondo, quindi collegamento all'universo ma anche protezione.
Respirare è complesso
Sappiamo che respirare è una funzione primaria, presupposto alla sopravvivenza. Il primo atto in vita è un urlo che apre al nostro primo scambio gassoso col mondo, continueremo a farlo finché saremo vivi, con una frequenza di circa 18 respiri al minuto, 20 mila respiri al giorno per un totale di un miliardo circa di inspiri ed espiri in ottant'anni di vita. La superficie di scambio alveolare arriva ad estendersi per circa 70 metri quadrati.
Per respirare ci serviranno però i muscoli respiratori, primo tra tutti il diaframma, con lui altri gruppi muscolari partecipano sia alla inspirazione sia alla espirazione.
Jack L. Feldman, neuroscienziato dell’università della California di Los Angeles nel 2022 diceva che respirare: «È una funzione molto complessa. Perché quando cambiamo postura o si modifica il nostro metabolismo, il respiro deve coordinarsi con tutte queste variazioni».
Pacemaker polmonare
Respirare è un'attività che svolgiamo senza pensarci; i ricercatori si sono domandati se esistesse una regione corporea che avesse come per l'attività cardiaca un ruolo di attivatore, un pacemaker del respiro.
Alla fine degli anni ottanta, è stata identificata una rete di neuroni del tronco encefalico chiamata preBötC caratterizzata da picchi spontanei di attività elettrica con intervalli regolari che modulano come un pacemaker il ritmo della respirazione.
Quello che sappiamo oggi è che attraverso il respiro diverse aree encefaliche iniziano a dialogare tra loro, si sincronizzano e questo sembrerebbe essere alla base della coscienza, favorirebbe l'elaborazione delle emozioni e influirebbe sul comportamento, ma anche su memoria e apprendimento.
Onde cerebrali e sincronizzazione delle aree cerebrali
Il nostro cervello produce onde diverse nello stato di quiete e nello stato di concentrazione registrabili in hertz all’ elettroencefalografia EEG; osservando l'andamento elettrico del cervello si è indagato sui circuiti che controllano volontariamente il respiro, modificandone il ritmo.
La neuroscienziata Christine Zelano, della Northwestern University, già dal 2016 riteneva che la frequenza respiratoria avesse un impatto su emozioni e funzioni cognitive, in particolar modo, sulla memoria, attraverso una modulazione delle onde cerebrali. Successivi studi confermano che il ritmo lento della respirazione, in particolare quella nasale abbia la capacità di sincronizzare l’attività neuronale dell’intero cervello e questo spiegherebbe il suo impatto positivo sulle prestazioni cognitive.
Yoga e medicina
Il gruppo di ricercatori guidato dal professor Cantato Han, del Salk Institute for Biological Studies, ha individuato un nuovo circuito respiratorio ipotizzando che fosse responsabile del rallentamento della respirazione attraverso una connessione tra midollo e corteccia frontale, dalla quale dunque dipenderebbe il controllo volontario della respirazione; questo sembrerebbe spiegare scientificamente gli effetti benefici di pratiche come lo yoga e la meditazione «radicandole ulteriormente nella scienza» come afferma lo stesso Han. E' recente lo studio sulle influenze del respiro yogico chiamato “kapalabathi” sulle oscillazioni gamma, cioè le onde cerebrali caratteristiche dell'attività di concentrazione, misurabili intorno ai 30hz. I ricercatori neurobiologi e psichiatri riconoscono l'enorme potenzialità che queste considerazioni potrebbero avere in patologie degenerative cerebrali, ma anche in ambito neuro psicologico e psichiatrico.
Appropriazione culturale
Sul quotidiano Domani di qualche tempo fa in occasione della giornata internazionale dello yoga Cristina Kiran Piotti raccontava di come l'occidente fosse riuscito a svuotare lo yoga dalla sua essenza originaria, analisi che mi sembra doverosa per poter restituire il giusto riconoscimento a queste pratiche. Al di là della strumentalizzazione politica e consumistica, il mondo scientifico tende purtroppo a delegittimarne la validità, escludendole dagli spazi ufficiale e istituzionali, marginalizzandole come scelte alternative di cura, anziché proporre luoghi di integrazione.
Contemporaneamente si diffonde una grande attenzione in ambito accademico, come dimostra l'offerta di corsi post laurea e da parte di università italiane, sulle neuroscienze, lo yoga e la meditazione, così come avanzano i progressi della ricerca, che non smette di indagare su possibili modelli di interpretazione dei sistemi viventi. E non è forse questa l'essenza della ricerca? Guardare con curiosità, commozione e amore ai misteri della natura, per provare a cogliere verità altrimenti inaccessibili.
“Gli esseri umani prima sentono,
poi avvertono con animo perturbato e commosso,
indi riflettono con mente pura”.
Giambattista Vico
Valentina Barletta è anche su Instagram
Sono un medico, mi sono specializzata in fisiatria a Napoli, dove sono cresciuta negli anni novanta. Da sempre studio e metto in pratica le discipline orientali di cura, lo shiatsu, le ginnastiche mediche cinesi e l'agopuntura. Con la mia amica-sorella Laura abbiamo fondato Chef Gomasio, cominciando a cucinare nelle case dei napoletani, per qualche ristorante, ai concerti, agli eventi e nelle occasioni speciali. Poi abbiamo aperto un piccolo locale a Milano, nel frattempo ho lavorato come insegnante di cucina per Slow Food, e per l'Alleanza dei Cuochi.
Negli ultimi anni ho focalizzato la mia attenzione sulle “pratiche somatiche” partecipando a gruppi di ricerca e laboratori su ascolto e movimento in natura, a pratiche di yoga e meditazione. Nel mio lavoro quotidiano, in un reparto di neuro-riabilitazione, cerco di portare questo studio e queste esperienze.
Fare cura nasce dal bisogno di sentirmi a casa e di raccontare questo spazio ritrovato; esplorare insieme le pratiche di salute e di cura, come azione politica per vivere e condividere le nostre esperienze, i nostri amori, le nostre famiglie. Questo è uno spazio di riflessione e di spunti pratici, consigli di lettura, esplorazioni e pratiche quotidiane per prenderci cura di noi stessi e della collettività.
Articoli citati e consigli di lettura
Se volete saperne di più sui meccanismi della respirazione vi consiglio l'articolo pubblicato da Internazionale scritto da Greg Miller, Il respiro nella testa, lo potete leggere qui.
Potete anche approfondire con l'articolo comparso su Nature del gruppo Salk e con l’articolo I Neuroscienziati scoprono come il cervello rallenta la respirazione ansiosa.
Per i più esperti, i risultati pubblicati sulla rivista International Journal of Yoga:
Influence of High-frequency Yoga Breathing (Kapalabhati) on States Changes in Gamma Oscillation in questo articolo.
Per recuperare l'articolo pubblicato dal Domani di Cristina Kiran Piotti Tra politica e consumismo: così lo yoga viene “svuotato” potete leggerlo qui.
Mentre qui su Instagram trovate l'esilarante video della comica Zarna Garg Western sul fare yoga.
Per chi stesse pensando di impegnarsi in percorsi di studio post laurea vi segnalo un po' di cose interessanti:
All' Università di Pisa in collaborazione con l'istituto Lama Tzong Khapa di Pomaia: im Master di I livello Neuroscienze, Mindfulness e pratiche contemplative maggiori informazioni qui
All'Università di Udine il Master di I livello in Meditazione e neuroscienze
maggiori informazioni qui
All' Università Ca Foscari di Venezia invece troverete il Master di I livello Yoga studies. Corpo e meditazione nelle tradizioni dell’Asia. Trovi tutte le informazioni sul master qui.
Anche l'Università La Sapienza di Roma ha il suo Master in Mindfulness: pratiche, clinica e neuroscienze, trovate le informazioni a questo link.