La cura rispetta la diversità
Stai per leggere Fare Cura, il nostro spazio bisettimanale per rispondere al desiderio di stare nel nostro tempo, mettendo nei nostri corpi ciò che pensiamo, speriamo e in cui crediamo.
di Valentina Barletta
Illustrazioni di Angela Zurlo
La biografia di Valentina è alla fine di questo testo, insieme ai riferimenti bibliografici e ad alcuni consigli. Fare Cura è un progetto di Poster. Se non lo hai ancora fatto ti consigliamo di iscriverti a questa e le altre nostre newsletter che ti interessano.
La cura rispetta le diversità
In una visione unitaria dell'uomo come un corpo
che tra le sue funzioni ha anche quelle di pensare e di parlare,
è chiaro che la medicina e la filosofia sono in rapporto diretto.
Empedocle di Agrigento e Ippocrate di Cos dicevano che
il medico cura anche con le parole:
le parole del medico sono farmaci.
Aniello Montano
Le streghe siamo noi
Iatrines in greco antico è il femminile di iatròs - colui che cura.
“Medica” a Roma, affianca il termine “medicus”.
Sulla tomba di Merit Ptah, scienziata e fisica egiziana, risalente al 2700 a.c. compare l'epigrafe “sommo medico”. Il primo trattato medico scritto da una donna e giunto a noi sarebbe di Metrodora, vissuta a Costantinopoli nel IV secolo d.C. «Le donne sono sono sempre state guaritrici» così scrivono non a torto Barbara Ehrenreich e Deidre English nel loro libro Le streghe siamo noi, una revisione della storia della medicina dal punto di vista femminista. Edito nel 1973, sulla scia dei movimenti di quegli anni e dell'esperienza del collettivo Women's Health Movement di Boston ricostruisce le dinamiche politiche e di potere che hanno escluso le donne dallo scenario sanitario e dall'indipendenza, autodeterminazione e cura dei loro corpi.
Trotula e le altre
La storia di Trotula de' Ruggiero e della Scuola Medica Salernitana si nutrono di leggenda e di documenti storici fusi in un'unica narrazione. La Scuola Medica Salernitana è la più antica istituzione medica medioevale del mondo occidentale,
una medicina olistica che aveva i suoi riferimenti più importanti nella tradizione classica ippocratica e galenica. In questo contesto culturale sarebbe stata ufficialmente riconosciuta come medica la prima donna: Trotula de' Ruggiero. Di lei conosciamo due testi fondamentali: De passionibus mulieribus ante in et post partum e De ornatu mulierum che illustrano le sue idee rivoluzionarie sulla salute della donna, sul suo approccio clinico fondato sull'ascolto e sul contatto, non convenzionale per l'epoca. E poi le ricette medicali, con l'antica tradizione degli erbari.
Come l'Onda
Nel 1919 a New York dalla volontà di un gruppo di mediche e colleghe nasceva Medical Women International Association, MWIA, che oggi coinvolge donne di 90 paesi che ha tra i suoi scopi principali quello della tutela della salute pubblica, attraverso il miglioramento dei percorsi di diagnosi e cura delle principali patologie, con un’attenzione alla Medicina di Genere. Ma si occupa anche di tutelare le donne in ambito professionale con un'attenzione al contesto sanitario su equilibrio tra lavoro e vita privata, al congedo di maternità, la progressione di carriera e la lotta alla discriminazione. Anche l'Osservatorio Nazionale sulla salute della donna, ONDA, nato nel 2005 in Italia, è una fondazione che promuove un approccio alla salute orientata al genere, vigila sulla salute della donna, su inclusione e accesso alle cure. Solo nel 2018 in Italia si è iniziato a parlare di medicina di genere nelle sedi istituzionali, non una nuova specializzazione ma come un approccio culturale, uno sguardo intersezionale sulla salute: impatto del sesso biologico e del genere, delle condizioni socioeconomiche della popolazione e lavorative, su insorgenza di malattia e sulla sua evoluzione.
E' ormai riconosciuto dalla comunità scientifica la necessità di ragionare sui corpi nel rispetto della loro soggettività, destrutturare il modello androcentrico o andronormatività; nello studio della medicina e della farmacologia aver considerato il modello “normale” di un uomo bianco di 70 kg come lo standard, ha escluso dalle cure una moltitudine di soggetti altri. I pacemaker, l'abitacolo dell'auto, le mascherine come le Ffp2 sono convenzionalmente testati su corpi maschili, rivelandosi spesso inefficaci in un corpo femminile se non controproducenti.
Maladie de Femmes
Jean-Martin Charcot, uno dei padri fondatori della moderna neurologia, definì la Sclerosi Multipla (SM) Maladie de Femmes nel XIX secolo. La SM può essere considerata il paradigma di una patologia di genere (con riferimento al sesso biologico), sia in termini di suscettibilità alla malattia, che di caratteristiche cliniche e risposta ai trattamenti. Attualmente le principali patologie sono sotto osservazione affinché si possano individuare le peculiarità espressive della malattia, per esempio i sintomi di infarto con una differenza correlata al sesso. Da alcune analisi emergerebbe che per le donne con malattia di Parkinson ci sarebbe un ritardo nell’invio allo specialista dei disturbi del movimento rispetto agli uomini. Ad ogni modo le donne restano sotto-rappresentate negli studi clinici specifici per la patologia.
Anche la risposta al dolore è biologicamente distinguibile. Alla base delle differenze sembrerebbe esserci una diversa attivazione – modulazione di vie specifiche neuronali e di coinvolgimento della risposta immunitaria. Il testosterone sembrerebbe ricollegabile ad una maggiore capacità di risposta al dolore. A questi argomenti è dedicato il primo numero del 2024 della rivista MR della SIMFER società italiana medicina fisica e riabilitativa, dimostrando la rilevanza del tema in ambito accademico e istituzionale.
Gender gap pain
Nei nostri ambulatori e nei nostri ospedali la faccenda è ben diversa.
Il dottor Miyawaki è professore associato presso il Department of Health Services Research all'Università di Tokyo. Il suo lavoro si concentra sullo studio delle politiche in ambito sanitario, sulla qualità dell'assistenza e le disparità di trattamento, sulle prestazioni e sul comportamento dei medici. Dai suoi studi emerge che «errori di comunicazione, incomprensioni e pregiudizi» diminuiscono significativamente quando le donne sono curate da altre donne; punto di vista interessante, ma che non deve distrarci dal fatto che donna non vuol dire avere gli strumenti culturali per fare una analisi critica ad un sistema di interpretazione ereditato e dato per scontato. Lo sanno bene le donne che hanno dovuto affrontare lunghissimi pellegrinaggi anche tra ginecologhe per avere una diagnosi di fibromialgia, dolore pelvico, endometriosi e vulvodinia Si stima un ritardo diagnostico dai 5 ai 7 anni in Italia per queste patologie, con una scarsa rappresentazione di specialisti nel sistema pubblico, aggravando dunque ulteriormente la già scarsa accessibilità alla cura. Spesso il dolore delle donne viene ritenuto immaginario. Alessandra Vescio, autrice del libro La salute è un diritto di genere, riporta le parole della professoressa di psicologia clinica e della salute alla University College di Londra, Amanda C. Williams, che definisce il Gender gap pain come la «diffidenza di fiducia spontanea tra il dolore maschile e quello femminile nel contesto sociale e sanitario». La cultura medica androcentrica e il sistema patriarcale che ha alle sue spalle, ha favorito una convinzione per la quale il sentire delle donne è eccessivo, per questo spesso sottovalutato; a questo si aggiunge l' incapacità del medico di gestione di un sintomo cronico non visibile agli occhi, e il cui meccanismo scatenante è sconosciuto.
Se nella coppia arriva la malattia
L'Università statale dell'Iowa ha pubblicato uno studio dal titolo Gender disparity in the rate of partner abandonment in patients with serious medical illness che evidenzia come l'essere malata gravemente diventa fattore predittivo di separazione se ad ammalarsi è la moglie. Ed a confermare questi risultati è anche lo studio Health and Retirement Study pubblicato sul Journal of Health and Social Behaviour, durato dal 1992 al 2010 includendo 500 coppie.
Inoltre dai risultati dello studio emergeva che quando si verificava il divorzio o la separazione, la qualità delle cure e la qualità della vita della malata ne erano influenzate negativamente. Anche questi sono aspetti che vanno monitorati in termini di medicina di genere.
I diritti negati delle donne afgane
Intanto è stata pubblicata su diverse riviste e quotidiani la notizia secondo cui le donne afgane sarebbero state estromesse dai pochi corsi di studio a loro concessi, nelle discipline infermieristiche e ostetriche, chiudendole fuori non solo dal sistema di istruzione ma privandole dell'accesso alle cure, non potendo essere visitate dagli uomini. A ricordarci che i diritti acquisiti possono ancora essere revocati ed è per questo che vanno difesi, sempre.
Per fortuna le streghe non sono mai andate vie per davvero.
Valentina Barletta è anche su Instagram
Sono un medico, mi sono specializzata in fisiatria a Napoli, dove sono cresciuta negli anni novanta. Da sempre studio e metto in pratica le discipline orientali di cura, lo shiatsu, le ginnastiche mediche cinesi e l'agopuntura. Con la mia amica-sorella Laura abbiamo fondato Chef Gomasio, cominciando a cucinare nelle case dei napoletani, per qualche ristorante, ai concerti, agli eventi e nelle occasioni speciali. Poi abbiamo aperto un piccolo locale a Milano, nel frattempo ho lavorato come insegnante di cucina per Slow Food, e per l'Alleanza dei Cuochi.
Negli ultimi anni ho focalizzato la mia attenzione sulle “pratiche somatiche” partecipando a gruppi di ricerca e laboratori su ascolto e movimento in natura, a pratiche di yoga e meditazione. Nel mio lavoro quotidiano, in un reparto di neuro-riabilitazione, cerco di portare questo studio e queste esperienze.
Fare cura nasce dal bisogno di sentirmi a casa e di raccontare questo spazio ritrovato; esplorare insieme le pratiche di salute e di cura, come azione politica per vivere e condividere le nostre esperienze, i nostri amori, le nostre famiglie. Questo è uno spazio di riflessione e di spunti pratici, consigli di lettura, esplorazioni e pratiche quotidiane per prenderci cura di noi stessi e della collettività.
Per questo periodo, tanti spunti da leggere:
Le streghe siamo noi, il ruolo della medicina nella repressione della donna di Ehrenreich B., English D. insieme a Celuc Libri editore.
Il vaso di Pandora di Barbara Ehrenreich e Deirdre English
La salute è un diritto di genere, di Alessandra Vescio, pubblicato da People idee
Trotula medica rivoluzionaria, di Emilia Zazza, Manni editori
La sinfonia del corpo, di Trotula de' Ruggiero con Manni editori
In questo articolo Le donne curate meglio da donne, l’impatto femminile sulla sanità trovate un pezzo di Alessandra Vescio sull'argomento.
In salute e in malattia, ma non se tocca a lei: lo studio sui divorzi post diagnosi e l'amara realtà e sempre in tema medicina di genere, un' interessante osservazione di come la malattia ha impatto sulle relazioni di coppia su Gender disparity in the rate of partner abandonment in patients with serious medical illness
Una bellissima riflessione sul pensiero di Luce Irigaray in questo articolo: Rivendicare una soggettività al femminile
Da ascoltare:
Palinsesto femminista è un podcast che potete trovare su Spotify, all'episodio 81 un intervento sulla salute di genere di Alessandra Vescio.
Da vedere:
L'eco dei fiori sommersi, un film di Rosa Maietta, Ladoc produzione, meraviglioso documentario sull'Archivio di Stato di Napoli e le storie di donne sovversive conservate lì. Fotografia di Francesca Amitrano, Lia Cecere suoni e musiche, Gaia Alari animazione.
Appuntamenti e mostre
A Parma allo Spazio Grazia Deledda fino alla fine di gennaio 2025, è possibile vedere Vita di Rimadayart all'interno della mostra collettiva. Per saperne di più visitate le pagine di Rimadayart
A Milano appuntamento con Marta Lucchini per il suo Laboratorio di Movimento a partire da principi ed elementi di Danza Sensibile® da Spazio Scimmie Nude a Milano, prossimi appuntamenti: parte I 19 Gennaio | Parte II 16 febbraio, 16 Marzo | Outdoor 11 Maggio
E' possibile iscriversi anche solo ad una parte, per partecipare e avere informazioni scrivere a info@scimmienude.com oppure visitare il sito di Scimmienude