Elogio della lentezza
Questo capitolo di Fare Cura porta una riflessione sul rapporto tra tempo e percezione, attraversando prospettive scientifiche, filosofiche e biologiche per riscoprire il valore della lentezza.
di Valentina Barletta
tutte le illustrazioni sono di Angela Zurlo
Il tempo è la sostanza di cui sono fatto.
Il tempo è un fiume che mi trascina, ma io sono il fiume;
è una tigre che mi sbrana, ma io sono la tigre;
è un fuoco che mi divora, ma io sono il fuoco.Jorge Luis Borges
No perditempo
Chiacchierando con un amico ci siamo accorti di quanto ci preoccupiamo del tempo che serve per fare le cose, ci impegniamo per ottimizzarlo; è radicata in noi la convinzione che fare prima sia una virtù, occuparsi di più compiti contemporaneamente un super poter potere. Tutta la struttura economica e sociale ci induce al desiderio di non rinunciare a niente. Perdere tempo è un'afflizione, una cosa da evitare. Chi non ne ha paura è un irresponsabile o nella migliore delle ipotesi un viziato. Io lo trovo affascinante e sovversivo. L'essere umano evoluto ha standardizzato il tempo con il fuso orario, utilizzato il secondo come unità di misura, si è quindi sincronizzato con i suoi simili, un po' meno con la natura. Ormai ci siamo adattati ad una certa velocità; siamo per esempio in grado di sposarci rapidamente da un punto all'altro del pianeta, possiamo scriverci un messaggio che verrà recapitato in tempo reale. Ma chi ha stabilito il giusto tempo per le cose, se esiste? Ali Daimin, la guida di origine beduina che ho avuto la fortuna di conoscere nel deserto del Marocco, ci ha raccontato che i nomadi consideravano due ore di cammino da una fonte d'acqua, un tempo accettabile per stabilire dove fare accampamento.
La molteplicità del tempo
Nel testo La natura del tempo, Carlo Rovelli, fisico e divulgatore, racconta come con il passaggio dalla fisica classica a quella moderna, sia stato rivoluzionato il nostro sapere sul tempo; se per Aristotele il tempo è una misura del cambiamento, Newton afferma che c'è un tempo che scorre anche quando nulla cambia. Con la fisica quantistica il tempo diventa un concetto dinamico ed elastico e si inizia a parlare di entità spazio-tempo; non esiste più un passato, un presente ed un futuro validi per tutti e in ogni luogo; l'dea della freccia del tempo lascia spazio ad una visione del mondo più complessa. Per Carlo Rovelli scrive «il tempo ha perso il primo strato: la sua unicità. In ogni luogo, il tempo ha un ritmo diverso, un diverso andare. Intrecciano danze a ritmi diversi, le cose del mondo (…) una danza collettiva.»
C’è posto per la creatività della natura e dell’uomo
Per lo psicologo svizzero J. Piaget, il bambino acquisisce la nozione dello spazio con la scoperta dell'oggetto e la nozione del tempo con la scoperta della causalità; quindi impara a collocare i gesti reversibili nello spazio e quelli irreversibili nel tempo.
Paul Ricoeur, filosofo francese, riesce a far dialogare le riflessioni aristoteliche ed agostiniane sul tempo parlando di un tempo dell'universo fisico, oggettivo e assoluto e di un tempo vissuto, non lineare, che si contrae e si dilata in relazione alle esperienze soggettive. Centrale nelle riflessioni di Ricoeur è il rapporto con la narrativa; in Tempo e racconto scrive «il tempo diviene tempo umano nella misura in cui viene espresso secondo un modulo narrativo e (…) il racconto raggiunge la sua piena significazione quando diventa una condizione dell’esistenza temporale». Già il filosofo tedesco H. Reichenbach affermava che “Io sono” equivale a “Io sono ora” e allo stesso tempo l’uomo percepisce soggettivamente anche “il divenire”.
Chi dorme, non piglia pesci?
Lamberto Maffei, medico e ricercatore, ha scritto Elogio delle Lentezza mettendo in evidenza le contraddizione tra i ritmi che quotidianamente ci imponiamo e il funzionamento biologico del nostro corpo, a partire dallo sviluppo del cervello.
La plasticità neuronale ha un massimo di espansione intorno ai quattro anni, nel corso dell'intera vita tenderà a impoverirsi; questa potenzialità di crescita non ha a che vedere con il numero di neuroni ma con “l'arborizzazione dendritica”.
Il sistema nervoso utilizza risposte rapide e lente; le risposte riflesse, automatiche e di sopravvivenza, percorrono vie standard e sono veloci. La creatività è collegata ad un modo di rispondere non convergente, ma divergente. Qui gli automatismi lasciano il posto a risposte innovative e inaspettate. Riflettendo su tutti gli automatismi imposti ogni giorno e che tanto temo, mi aggrappo a informazioni che mi sembrano risuonare con il mio stare bene; per esempio che siamo animali diurni, che siamo ancestralmente collegati alla stagionalità, che anche la nostra biochimica (insulina, cortisolo, ormoni sessuali) rispetta i suoi ritmi. Dovremmo ricordarci come suggestione e metafora che la nostra risposta immunitaria richiede un tempo di 48-72 ore e che in quel tempo serve solo aspettare riposare e osservare.
Chiedi tempo a chi non ha tempo
Pare che percentuali sempre maggiori di italiani soffra di mancanza di tempo.
Enzo Risso scrive su Domani che questa sensazione di non riuscire a fare tutto ciò che si vuole (o si deve) fare è il male dei nostri giorni; la chiamano Cronopenìa.
Il tempo è il lusso contemporaneo. L'equilibrio tra tempo lavorativo e privato è diventato un aspetto irrinunciabile nella ricerca del lavoro. Mi chiedo come vorremmo viverlo il tempo ritrovato. Qualche tempo fa Annamaria Testa per Internazionale ci raccontava di una sensazione di malessere e svogliatezza, descritta come “languishing” dallo psicologo americano Adam Grant. Se è vero che la temporalità è costituiva dell'esserci ed è fondamentale per fare esperienza, chi lo ha detto che fare esperienza sta nel fare?
Scrive Annamaria Testa
Qualche volta, invece, la cosa più coraggiosa che si può fare è esattamente questa: smettere, mollare. E, soprattutto, smettere con le cose che in teoria bisognerebbe amare, ma che (ormai, segretamente) ci risultano insopportabili.
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Bibliografia e approfondimenti.
Rovelli, C. (2017). La natura del tempo. Adelphi.
Maffei, L. (2011). Elogio della lentezza. Il Mulino.
Risso, E. (2023). Gli italiani e la sensazione cronica di non avere mai abbastanza tempo. Domani. Disponibile qui.
Testa, A. (2021). La gran voglia di tirare i remi in barca. Internazionale. Disponibile qui.
Pala, G. (s.d.). «Chiedi tempo a chi non ha tempo». Padre Giusto Pala, Dehoniano e padre della ONG LTM, Laici Terzo Mondo.
Sono un medico, mi sono specializzata in fisiatria a Napoli, dove sono cresciuta negli anni novanta. Da sempre studio e metto in pratica le discipline orientali di cura, lo shiatsu, le ginnastiche mediche cinesi e l'agopuntura. Con la mia amica-sorella Laura abbiamo fondato Chef Gomasio, cominciando a cucinare nelle case dei napoletani, per qualche ristorante, ai concerti, agli eventi e nelle occasioni speciali. Poi abbiamo aperto un piccolo locale a Milano, nel frattempo ho lavorato come insegnante di cucina per Slow Food, e per l'Alleanza dei Cuochi.
Negli ultimi anni ho focalizzato la mia attenzione sulle “pratiche somatiche” partecipando a gruppi di ricerca e laboratori su ascolto e movimento in natura, a pratiche di yoga e meditazione. Nel mio lavoro quotidiano cerco di portare questo studio e queste esperienze.
Fare cura nasce dal bisogno di sentirmi a casa e di raccontare questo spazio ritrovato; esplorare insieme le pratiche di salute e di cura, come azione politica per vivere e condividere le nostre esperienze, i nostri amori, le nostre famiglie. Questo è uno spazio di riflessione e di spunti pratici, consigli di lettura, esplorazioni e pratiche quotidiane per prenderci cura di noi stessi e della collettività.
Appuntamenti interessanti dei prossimi giorni.
A Bologna, presso la Casa delle Donne, avrà inizio Non solo madri, non madri sole, un gruppo di sostegno femminista per donne-madri che stanno seguendo un percorso di fuoriuscita dalla violenza. Gli incontri si terranno tra febbraio e aprile 2025.
A Milano, il 12 febbraio, si terrà l’incontro Spalancate, che genere di medicina?, un approfondimento sulla salute delle donne e sul diritto all'autodeterminazione del proprio corpo. L’evento vedrà la partecipazione di Eleonora Cirant, Ambulatoriame e Carlotta Cossutta. Maggiori dettagli su Mosso.
L’Associazione Handala festeggia dieci anni di Spazio Donna Zen a Palermo con la presentazione del libro La parola femminista di Vanessa Roghi, il 14 febbraio alle 18. Info su @associazionehandala e @vanessaroghi.
A Roma, il 15 febbraio, si terrà il laboratorio gratuito Oltre gli stereotipi: parlare di donne, persone LGBTQ+ in carcere, organizzato dal Centro di Giornalismo Permanente in collaborazione con A Buon Diritto, Antigone Onlus e Gay Center. L’incontro si svolgerà presso gli spazi di Arpjtetto. Iscrizioni su @centrodigiornalismopermanente.
Il 16 febbraio, sempre a Roma, il centro Mandala Soriano ASD ospita Danza sensibile – Rallentare per incontrarsi, un laboratorio a cura di Valentina Cozzolino dedicato all’esplorazione del movimento e dell’incontro con sé stessi.
A Milano, il 19 febbraio, Maria Galindo farà tappa con il tour 2025 per il firma copie del suo libro Femminismo Bastardo, ospitato da Forte Infoshop & Gruppo Ippolita alla Libreria Antigone.
Infine, il 25 e 27 febbraio, per il programma Sharing Training, Cinzia De Lorenzi terrà due lezioni presso Spazio Fattoria. Maggiori informazioni su @sharingtrainingmilano.
Poster è un progetto di Reversocollettivo.
Questa uscita è coordinata dalla direzione editoriale di Claudio Morelli